Il Diavolo si annida nei dettagli

Su molti blog, podcast e su internet in generale, si possono ascoltare o visionare dibatti sulla religione. Molti di essi affrontano il tema fondamentale della religione: Dio esiste?
Questa domanda è allo stesso tempo la domanda più interessante che ci si possa porre e la più inutile.
È interessante per ovvi motivi. Un mondo in cui esiste un 'entità' superiore che ha creato l'universo e quindi anche noi stessi e la nostra intelligenza è un mondo TOTALMENTE diverso da un mondo in cui tale entità non esiste. Cambia il modo in cui pensiamo su noi stessi, il modo in cui affrontiamo la vita, ciò che è giusto e sbagliato. Insomma, ha un impatto su ogni aspetto della nostra vita.
Per contro, semplicemente stabilire che esiste un Dio, un 'qualcosa' che ha creato il tutto, è un'informazione inutile. Infatti, lasciata così solo all'idea generale, non serve a nulla. Mancano i dettagli. Ok, Dio esiste, ma perché ha creato l'universo? Cosa vuole da noi? Come dobbiamo comportarci? Cosa ha pensato per noi dopo questa vita terrena? E così via. Perché la consapevolezza che Dio esiste non rimanga solo una nozione e nulla più, abbiamo bisogno di una miriade di dettagli di contorno in modo da renderla un'informazione utile.
Ed è proprio questa lista lunghissima di dettagli che molte religioni pretendono di conoscere sulle loro divinità che, secondo me, rappresenta il problema della religione.
Al solito, uso un'analogia per spiegare il concetto.
Supponiamo che, insieme ad una seconda persona, stiate per entrare in una camera d'albergo. Mentre entrate, notate che a fianco della vostra porta c'è un'altra porta. Senza soffermarvi ad esaminare questa seconda porta, entrate nella vostra stanza. Dopo poco sentite un rumore non meglio identificato dalla stanza dietro la seconda porta.
A questo punto il vostro/a compagno diventa molto curioso/a sulla porta ed inizia ad avanzare delle ipotesi.
Supponiamo che esordisca dicendo: "secondo me c'è un'altra stanza d'albergo dietro quella porta". A questa affermazione credo che nessuno obietterebbe. Probabilmente c'è un'altra stanza d'albergo dietro la porta. La cosa non è certa però. Dietro la porta potrebbe esserci un ripostiglio, una scala, o altro. Ma l'ipotesi più probabile è effettivamente che ci sia un'altra stanza.
Il vostro compagno continua con le sue ipotesi ed aggiunge un dettaglio: "la stanza è occupata". Di nuovo, è possibile che ci sia una stanza e che questa sia occupata. Non è la unica spiegazione possibile per la porta e il rumore ma è una spiegazione più che plausibile.
Il vostro compagno però aggiunge un altro dettaglio: "la stanza è occupata da una famiglia". A questo punto potreste iniziare a dubitare della correttezza dell'ipotesi. Va bene per la stanza occupata ma gli inquilini potrebbero essere uno, due o tre. E potrebbero essere solo amici, non necessariamente una famiglia.
Ma il vostro compagno non si accontenta: "nella stanza c'è una famiglia, lui, lei e due bambini, un maschio ed una femmina". A questo punto inizia a sembrarvi molto improbabile che il vostro compagno possa aver ragione. Va bene la famiglia, ma pretendere di sapere quanti sono, in che relazione di parentela stanno e pure il sesso di ognuno di loro, sembra un po' azzardato. Prima che possiate esprimere i vostri dubbi il vostro conpagno aggiunge: "lui è biondo, lei mora ed i bambini sono entrambi biondi anche se il bambino è più chiaro". Adesso è veramente troppo. Da una semplice porta non si può inferire il colore dei capelli di chi ci sta dietro oltre a tutti gli altri dettagli. Finalmente dite la vostra sottolineando che le probabilità che il vostro compagno abbia ragione sono remote, ma lui, imperterrito, continua: "lui si chiama Giovanni, ha 47 anni, e fa l'ingegnere e gli piace andare in bicicletta, lei si chiama Chiara, ha 42 anni, fa l'estetista e fa volontariato, i bimbi si chiamo Carla e Pietro e hanno la 5 e la 2 elementare, etc. etc. etc.". Insomma, vi inonda con una miriade di dettagli su della gente mai vosta che starebbero occupando una stanza che magari neanche esiste. A quel punto pensate che il vostro amico non sia a posto. Perché l'analogia sia efficace, dovete anche assumere che il vostro amico non stia avanzando semplici ipotesi di cui lui stesso dubiterà fino a quando non vengano dimostrate, ma piuttosto stia pronunciando quelle che per lui sono verità assolute in cui crede profondamente senza bisogno di alcuna dimostrazione.
Spero che sia evidente qual è il problema delle pretese di Mr. 'so tutto io'. Il problema non è tanto avanzare delle ipotesi facendo delle supposizioni su cose che non si conoscono con certezza. Come dovrebbe essere chiaro dalla piccola storia ipotetica che ho raccontato, le pretese di Mr. 'so tutto io' diventano più improbabili ad ogni dettaglio che viene aggiunto. Le prime ipotesi sono accettabili. Man mano che si aggiungono dettagli la probabilità che questi siano corretti tutti insieme si abbassa molto rapidamente. Già dopo i primi dettagli, la probabilità che l'ipotesi sia giusta è bassissima. Quando si arriva a pretendere di sapere i nomi di persone mai vista, la probabilità è praticamente nulla. Essere convinti che un'ipotesi del genere sia vera è assolutamente insensato.
Ecco, il problema con la religione è molto simile. Sebbene si faccia un gran dibattere sull'esistenza o meno di Dio, non è affatto quello il tema centrale della religione. Quello è solo il punto di inizio.
Se la religione si limitasse a pretendere vera l'ipotesi di un Dio soprannaturale, un 'qualcosa' non meglio precisato, credo che non porrebbe alcun problema. Se qualcuno si convincesse della sua esistenza lo troverei bizzarro ma mi risulterebbe indifferente.
Il problema è che chi rappresenta la religione dice di sapere come Dio ha creato l'universo, quanto ci ha impiegato, quando l'ha fatto, come Dio vuole che ci comportiamo, cosa dobbiamo o non dobbiamo mangiare, cosa indossare, cosa dire, come vivere la nostra sessualità, cosa succederà dopo la morte etc. etc. etc. La quantità di dettagli fornita è tale che non basterebbe un libro intero per elencarli.
Ora, qual è la probabilità che tutto ciò sia corretto? Non posso dire zero perché zero è solo un concetto astratto ma è un numero talmente infinitesimale che sforzarsi di distinguerlo dallo zero è fatica sprecata. Considerando che l'intensità con cui si crede vera un'ipotesi dovrebbe essere tanto più bassa quanto questa è improbabile segue non si dovrebbe dare alcun credito alle storie raccontate nei vari libri sacri delle religioni.
E invece... miliardi di seguaci nel mondo credono i precetti della propria religione nei piu minimi e incredibili dettagli. Com'è possibile?
Semplice, la religione non segue un processo logico. La deduzione che un'ipotesi poco probabile meriti poca fiducia è una deduzione logica. E la religione ha poco e nulla a che vedere con la logica. La chiave di volta è la Fede. Con l'Atto di Fede si esce dalla sfera della logica e si entra in un mondo magico dove ciò che è improbabile diventa certo, dove dimostrare la verità di ciò che si dice non è necessario. È la Fede la base della religione e non un ragionamento di un qualsiasi tipo. È la Fede che permette di credere in minuti e incredibili dettagli raccontati in libri vecchi di centinaia o migliaia di anni. Lasciate ogni logica o voi che varcate la soglia della Fede, direi, parafrasando il Sommo Poeta. Quindi, dilungarsi in lunghi ragionamenti sui per cui Dio esisterebbe o meno è fatica sprecata.
Per concludere, pretendere che dibattere sull'esistenza di Dio o meno equivalga ad affrontare la verità della religione è come pretendere che dibattere l'esistenza o meno dei una stanza d'albergo a fianco della vostra equivalga a dibattere se questa sia occupata o meno da una famiglia di biondi con due figli in cui lui si chiama Giovanni e lei Chiara aggiungendo ogni altro minuto dettaglio di cui abbiamo detto. La religione non è credere in Dio. La religione è la miriade di dettagli intorno a Dio. E,si sa, il Diavolo si annida nei dettagli.

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